Il carro della vendemmia procedeva con un incedere lento e inesorabile: dietro sé una distesa di tralci e cavi recisi e scarni; davanti ancora qualche metro al “gavìn”.
Una volta giunti alla “testàda” tutti scendevano dal carro e i tavoloni che componevano le piattaforme laterali venivano smontati e ammassati l’uno sull’altro per poter effettuare la “voltàda”.
Dai tanti anni di vendemmia, ormai ognuno dei presenti sapeva perfettamente cosa fare in quel rituale, che si ripeteva ogni fine “piantòn”.
Dal carro proveniva sempre un vivace chiacchierio e talvolta si raccontava anche qualche barzelletta.
Ma cosa significano questi termini dialettali?
GAVÌN: appezzamento di terra di scolo, circondariale al vigneto, usato per le movimentazioni dei macchinari.
TESTÀDA: con questo termine si intende l’inizio o la fine del filare di viti.
VOLTÀDA: in riferimento alla vendemmia è l’operazione che si compie alla fine di un filare e consiste nell’uscire dal medesimo ed e entrare in quello adiacente parallelo, per il quale serve voltare ila direzione di avanzamento di 180°.
PIANTÒN: filare.